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INCIDENTI STRADALI: E’ LA DISTRAZIONE LA CAUSA PRINCIPALE

INCIDENTI STRADALI: E’ LA DISTRAZIONE LA CAUSA PRINCIPALE

Dalla ricerca emerge che l’alterazione dell’attenzione del guidatore è dovuta a fattori psicologici, a stili di vita irregolari ovvero a stress o stanchezza
La ricerca sui fattori soggettivi degli incidenti stradali, condotta dall’Istituto Piepoli con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e su incarico dell’Anas Spa, della Fipe e del Silb, ha stabilito che la causa principale degli incidenti stradali è costituita dall’alterazione cognitiva dei processi di attenzione del guidatore, che può essere determinata da fattori psicologi, da stili di vita “irregolari” ovvero da stress o da stanchezza.
Dalla ricerca, che ha riguardato un gruppo di 60 soggetti incidentati residenti in 4 città (Roma, Milano, Padova e Napoli) che hanno avuto incidenti stradali con conseguenze ospedaliere superiori alle 24 ore e due focus group con 16 soggetti incidentati residenti a Roma e Milano, emerge l’effetto positivo dell’entrata in vigore del nuovo codice e della patente a punti, che hanno provocato un cambiamento del comportamento del guidatore e un maggiore rispetto delle norme di sicurezza. E’ possibile però realizzare ulteriori interventi che minimizzino l’influenza dei fattori soggettivi sugli incidenti stradali, attraverso opportune campagne di educazione e attività di formazione che rendano gli automobilisti consapevoli dei “fattori psichici stabili” e degli “stati d’animo occasionali” che è opportuno tenere sotto controllo affinché in Italia diminuisca costantemente il numero degli incidenti stradali.
Intervenendo alla presentazione della ricerca, il direttore generale della Fipe-Confcommercio Edi Sommariva ha sottolineato come “sia imprescindibile tenere in considerazione questi dati per individuare misure perseguibili ed efficaci alla lotta dell’incidentalità stradale, tema su cui manca assolutamente una qualsiasi base scientifica autorevole, escluso il rapporto Istat che pure, però, è assolutamente generico sulle motivazioni e nulla dice sulla densità di percorrenza – dato basilare per qualsiasi considerazione su orari e strade particolarmente pericolosi”.
Il direttore Affari Generali e Nuove Strategie dell’Anas, Carlo Sgandurra, ha evidenziato nel suo intervento che “i risultati della ricerca confermano che la causa principale degli incidenti stradali è riconducibile a comportamenti del guidatore, quali lo stile di vita, lo stress, la stanchezza o addirittura l’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti, che diminuiscono i livelli di attenzione, oppure la leggerezza o il machismo, che portano a non rispettare le norme del codice. Per ridurre il numero degli incidenti, è necessario continuare – come già oggi accade sulle strade direttamente gestite dall’Anas – ad investire nei più moderni sistemi di sicurezza, dalle barriere di nuova concezione alle pavimentazioni drenanti, e a curare la manutenzione della rete, ma occorre agire anche sui fattori soggettivi”.
Il presidente del Silb-Fipe Renato Giacchetto ha infine ribadito “il grande impegno delle discoteche italiane a sostenere simili iniziative volte davvero a lavorare per la sicurezza sulle strade, anche sobbarcandosi gli oneri di iniziative come il guidatore designato e l’accompagnamento – misure raccomandate dall’OMS – che al momento purtroppo non possono che contare sulla buona volontà degli imprenditori”.

I RISULTATI DELLA RICERCA

La ricerca ha delineato i quattro stili di guida degli italiani: 1) I Travellers, che effettuano per lo più lunghi spostamenti con le proprie auto e in compagnia. Il loro ruolo di “capofamiglia” li responsabilizza verso un atteggiamento di guida rilassato e diligente; 2) Gli Heavy Users, che sono coloro che vivono praticamente in auto o nei Tir per motivi di lavoro. L’elevato grado di confidenza nel mezzo, l’esperienza accumulata e la rilevanza del fattore tempo nel loro lavoro, li spinge non di rado a violare i limiti di velocità e a manifestare irrequietezza nella guida; 3) I Frequent Movers, che utilizzano i mezzi privati (automobile, moto, scooter) per tutti gli spostamenti, per lo più intraurbani. Spesso non sono soli, ma ciò non li frena dal commettere a volte le infrazioni più comuni. In costante tensione per i ritardi accumulati, mostrano poca attenzione ed un atteggiamento di guida intollerante nei confronti del traffico; 4) I Road Runners, che sono coloro che a bordo di macchine sportive (o presunte tali) o su moto di grossa cilindrata, ostentano la loro guida aggressiva immedesimandosi con personaggi dell’immaginario collettivo (attori o corridori professionisti, da Schumacher a Valentino Rossi). Spesso si tratta di giovani che inseguono il mito della velocità e l’affermazione sociale vantandosi della loro “tecnica” di guida con gli amici ed ingaggiando vere e proprie sfide con sconosciuti.

Le cause principali degli incidenti sono state individuate nei fattori culturali, nello stile di vita, nei fattori psicologici affettivo-emozionali e in un fattore cognitivo, che è la distrazione.
I fattori culturali. Il comportamento stradale è influenzato dall’approccio culturale della società in cui l’individuo si trova ad agire. Per esempio prima dell’introduzione della patente a punti, era molto diffuso tra gli automobilisti un atteggiamento di non rispetto delle regole, specie in alcune aree del Paese. Anche il poco senso civico e la scarsa educazione stradale contribuiscono a generare comportamenti a “rischio di incidenti”.
Gli stili di vita. I dati della ricerca sottolineano come alcuni stili di vita improntati alla ricerca dell’iper-stimolazione (uso/abuso di droga, alcool, farmaci, vita notturna eccessiva) possano contribuire al verificarsi di incidenti. Gli abusi, come è noto, portano a delle alterazioni cognitive quali rallentamento dei tempi di reazione e di percezione, diminuzione del grado di attenzione. Soprattutto tra i giovani, in genere gli stati d’animo di intensità eccessiva, sia positivi (euforia, gioia, allegria) che negativi (frustrazione e rabbia), sembrano essere altrettante cause determinanti di incidenti stradali. Il mutamento dell’umore, infatti, incide sui livelli di attenzione, abbassandoli drasticamente; sui tempi di reazione; e sulla valutazione soggettiva del rischio. Queste cause aumentano la probabilità di incidenti.
I fattori psicologici. Esistono indubbiamente dei tratti di personalità che rendono un soggetto più a rischio di incidenti. Quanto più questi tratti sono marcati e patologici, tanto più il rischio aumenta, perché l’aggressività e l’insicurezza vanno a diminuire il grado di focalizzazione del soggetto sul comportamento di guida, aumentando la probabilità di incidente.
I fattori psicologici che contribuiscono a determinare gli incidenti stradali sono riconducibili a due polarità di fondo: la prima riguarda l’aspetto temporale dell’alterazione, se cioè si tratta di un’alterazione di tipo caratteriale stabile, connessa alle caratteristiche individuali del soggetto, oppure si tratta di un’alterazione di tipo occasionale, connessa allo stato d’animo del momento; la seconda riguarda la principale segmentazione dei disturbi psichici, da un lato la tendenza all’aggressività (mania), dall’altro la tendenza alla depressione (melanconia).
I maniacali. Sono gli individui portati, per carattere intrinseco, a controllare nei minimi particolari la realtà che li circonda, dunque con tendenze ossessive, che li portano a dimenticare la realtà esterna. Sono tendenzialmente euforici, ottimisti e rivolti al futuro. Tendono anche ad essere competitivi, in quanto la loro spinta interiore li conduce a privilegiare il proprio punto di vista, la propria realtà, imponendola in un certo senso agli altri. Ciò li spinge ad essere automobilisti aggressivi, se non altro perché tendono a considerare poco il mondo esterno, e quindi gli altri, oppure a imporre agli altri il proprio predominio.
I depressi. Sono gli individui portati ad essere riflessivi, con forti spinte all’introspezione e con tendenza a nutrire sensi di colpa. Sono tendenzialmente melanconici, pessimisti e rivolti al passato. Poiché sono rivolti più a sé che non al mondo esterno, tendono ad essere poco attenti, poco presenti, impegnati più nelle proprie fantasie interiori che nella realtà. Ciò li spinge ad essere automobilisti distratti, con una percezione della realtà esterna poco attenta e con una capacità di riflessi rallentata. I frustrati. Sono tendenzialmente depressi episodici, che a causa di avvenimenti della propria vita di vario genere attraversano stati d’animo negativi, e quindi sono portati ad essere disattenti, distratti, poco consapevoli delle problematiche della guida.
Gli euforici. L’euforia è uno degli stati d’animo più diffusi come causa di incidenti stradali, soprattutto tra i giovani. Le cause possono essere di tipo esogeno (alcol, droghe, ecc.) o puramente endogeno (successi personali, gratificazioni, momenti di benessere, ecc.). Il risultato è la sensazione di sentirsi particolarmente sicuri di sé e “padroni del mondo” e la voglia di manifestare attraverso una guida brillante e “disinibita” l’intima sensazione di onnipotenza procurata da questa euforia. L’aggressività in questi casi è la conseguenza indiretta di questa sensazione di onnipotenza, come noncuranza degli altri. E’ da notare come l’aggressività possa essere conseguenza di un fattore occasionale (stati d’animo di euforia) o di un fattore stabile (carattere maniacale).
La distrazione. E’ altrettanto indubbio come, al di là delle caratteristiche individuali, vi siano come causa degli incidenti stradali alcuni deficit di attenzione che portano l’automobilista ad essere più a rischio di incidenti, deficit che possono essere dovuti non a fattori psicologici ma a fattori fisici, quali lo stress o la stanchezza.

Roma, 3 maggio 2004