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Firmato oggi tra le Prefetture del Piemonte e l`Anas il protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici

Firmato oggi tra le Prefetture del Piemonte e l`Anas il protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici



A tutti gli appalti pubblici per nuove opere e interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, realizzati da Anas nei prossimi due anni in Piemonte, saranno applicate clausole e condizioni speciali per escludere le ditte che risultassero in rapporto con la criminalità organizzata. Questa la principale novità introdotta dal protocollo di legalità firmato oggi a Verbania tra gli otto prefetti del Piemonte e il Direttore centrale Nuove Costruzioni dell’Anas Gavino Coratza per prevenire i rischi di infiltrazione nel tessuto socio-economico della regione.
“L’accordo – ha spiegato il Direttore centrale Nuove Costruzioni dell’Anas Gavino Coratza – nasce dalla volontà di favorire il potenziamento delle infrastrutture promuovendo la cultura della legalità e della trasparenza amministrativa e semplificherà gli oneri amministrativi a carico delle stazioni appaltanti e delle imprese”.
Il protocollo, di durata biennale, prevede tre momenti di intervento. L’Anas inserirà nei bandi di gara clausole che obbligheranno le ditte a riferire tempestivamente ogni richiesta illecita di denaro o di prestazione che venga avanzata nei confronti di un proprio rappresentante o dipendente. Tutte le ditte dovranno comunicare alle prefetture, attraverso l’Anas, le informazioni occorrenti per svolgere gli accertamenti antimafia al momento della pubblicazione dei bandi di gara - e non più solo, come avveniva finora, nella fase di aggiudicazione e stipula dei contratti - per l’appalto di lavori di importo superiore a 1 milione di euro e di forniture e servizi di importo superiore a 206 mila di euro. Infine, nel caso emergessero durante gli accertamenti rapporti di contiguità con la criminalità organizzata, sono previste clausole di revoca o di recesso in base alle quali l’Anas può escludere le imprese dall’appalto in qualsiasi momento delle procedure di gara e di esecuzione dei lavori. Il protocollo prevede inoltre un’altra importante novità, ovvero l’estensione dei controlli nei confronti delle ditte in numerosi casi, anche quelli non espressamente previsti dalla legge. Il protocollo è un’ulteriore tappa del percorso avviato da tempo che vede le prefetture e le forze di polizia impegnate in un’attività attenta e costante di monitoraggio degli appalti pubblici. Un documento analogo è già stato sottoscritto dall’Anas con le prefetture della Toscana. Dal 2003 sono operativi, inoltre, i gruppi interforze dei quali fanno parte, oltre al funzionario della prefettura che li coordina, rappresentanti della squadra mobile della Questura, del Reparto operativo dei Carabinieri, del Gico della Guardia di finanza, della Direzione investigativa antimafia, dell’Ispettorato provinciale del lavoro e del Provveditorato alle Opere pubbliche. Questi gruppi hanno poteri di accesso nei cantieri per acquisire informazioni e documentazione sulle ditte sospette. I risultati dei controlli, che riguardano anche gli aspetti della lavoro nero e della sicurezza nei cantieri, vengono poi inseriti in una banca dati collegata con l’autorità per l’alta sorveglianza delle opere pubbliche.
“In Piemonte non ci sono fenomeni di criminalità organizzata - ha concluso Coratza – ma la regione può essere un territorio appetibile per reinvestire proventi illeciti attraverso la partecipazione ad appalti pubblici. Le opere in programma porteranno una pioggia di stanziamenti finanziari nella regione e pertanto alzeremo il livello di attenzione e più stretta si farà la maglia dei nostri controlli. Sotto questo aspetto il protocollo rappresenta un robusto baluardo contro i tentativi di infiltrazione”.

Torino, 18 novembre 2008