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Anas replica a Legambiente: “Le responsabilità della chiusura dei cantieri sono dovute al mancato trasferimento dei fondi promessi”

Anas replica a Legambiente: “Le responsabilità della chiusura dei cantieri sono dovute al mancato trasferimento dei fondi promessi”


L’Anas ha valutato come “sconcertante la dichiarazione dell’onorevole Della Seta, presidente di Legambiente, sulla cattiva utilizzazione dei fondi pubblici nella progettazione, appalto, cantierizzazione e costruzione di nuove opere stradali”.

“Evidentemente - continua la nota - l’onorevole Della Seta ignora che in soli quattro anni l’Anas ha aperto al traffico 952 chilometri di nuove strade o di tratti ammodernati; ha realizzato un volume di investimenti pari a 18,2 miliardi di euro di appalti affidati e a 17,4 miliardi di euro di lavori aggiudicati a gara; ha aperto cantieri, tuttora in attività, per un controvalore di circa 12 miliardi di euro. Così come ignora che i conti Anas sono controllati in modo analitico dalla Corte dei Conti e da molti altri organismi dello Stato, oltre che dal collegio dei sindaci, e sono certificati da primarie società indipendenti di revisione contabile”.

“A volte - conclude la nota - la vis polemica obnubila la realtà, che è quella di una grande società che si è impegnata nelle sue attività sulla base degli indirizzi e delle direttive del Parlamento, dei Ministeri competenti, del Cipe e delle Regioni, come è accaduto per esempio nel citato caso della Orte-Venezia. Il fatto reale è che mancano i soldi promessi per opere in pieno svolgimento di attività, come ha giustamente denunciato il Ministro Di Pietro. Se responsabilità politiche vi sono, non possono essere addebitate certamente né ad un grande organismo tecnico come l’Anas, né a chi è chiamato, nell’interesse pubblico, a risolvere delicate questioni finanziarie sollevate più volte dalla stessa Anas, in tempi non sospetti, fin dal gennaio 2005; allarmi ripetuti costantemente, mese per mese, in atti pubblici e in comunicazioni scritte e verbali al Governo dell’epoca. Va sottolineato, tra l’altro, che sulla situazione dei conti Anas ha pesato anche l’impossibilità di realizzare il Piano Industriale a causa di una legge mai applicata per mancanza degli atti di indirizzo”.

Roma, 23 giugno 2006