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Concessioni autostradali, Ciucci (Anas): “Le critiche di Aiscat sono ingiuste e immotivate. Il nuovo sistema tutela gli utenti e non blocca gli investimenti”

Concessioni autostradali, Ciucci (Anas): “Le critiche di Aiscat sono ingiuste e immotivate. Il nuovo sistema tutela gli utenti e non blocca gli investimenti”


“Le critiche dell’associazione di categoria Aiscat alla riforma del settore delle concessionarie autostradali sono ingiuste e immotivate. Il nuovo sistema tutela gli utenti e non blocca gli investimenti”, ha dichiarato in una nota il Presidente di Anas Pietro Ciucci. “L’operatività di Anas non risulta in alcun modo limitata in conseguenza delle nuove norme, risultando piuttosto orientata ad un’azione ancora più incisiva di vigilanza, che contempla anche l’osservanza delle prescrizioni introdotte”, ha spiegato Ciucci.

“La nuova normativa sulle concessioni autostradali - si legge nella nota - si prefigge di superare i limiti e le carenze manifestatesi nel passato assicurando, al contrario di quanto affermato, maggiore certezza e trasparenza al rapporto concessorio. Le nuove regole, infatti, disciplinano in misura più rigorosa aspetti come l’allocazione di rischi, la remunerazione dei capitali investiti e le modalità di adeguamento tariffario, i quali in passato sono stati oggetto di controversie con il concedente. Altro principio ispiratore della riforma è rappresentato dalla maggior tutela dell’interesse pubblico, che trova ulteriori garanzie nel potenziamento dell’attività di vigilanza e controllo sulle modalità d’erogazione del servizio e nell’introduzione di un sistema sanzionatorio proporzionale alle carenze riscontrate. Quest’ultima misura si è resa evidentemente necessaria sul presupposto che l’attuale schema di convenzione contempla, come sanzione, unicamente la revoca della concessione la quale ovviamente costituisce una misura estrema. Nel complesso l’insieme delle norme permette di contemperare in modo armonico l’interesse pubblico a quello degli operatori del settore. Conseguentemente, come strutturata, la normativa non preclude agli operatori privati un adeguato ritorno degli investimenti bensì intende escludere situazioni di remunerazione scollegate dall’attività esercitata”.

Il Presidente di Anas Ciucci non ritiene che le nuove norme produrranno un blocco degli investimenti. “Diversamente da quanto sostenuto da Aiscat - continua la nota - le norme approvate non si propongono di fissare in misura pari al 6–7% il tasso di remunerazione degli investimenti, bensì indicano un criterio di congrua remunerazione del capitale, più rispondente sia alle esigenze delle società concessionarie e dei loro finanziatori, sia dell’utenza e quindi dell’interesse pubblico. Al riguardo giova ricordare che il raffronto tra tasso interno di rendimento (TIR) e redditività media del capitale investito (ROI) si è rilevato in passato uno strumento inadeguato per la determinazione della congrua remunerazione del capitale”.

Ciucci non è d’accordo neppure con le critiche sul “blocco dell’operatività quotidiana”: “Le nuove norme, equiparando le società concessionarie ad Amministrazioni aggiudicatici, prevedono una maggiore apertura al mercato, in sintonia con i principi comunitari. Questa misura, lungi dal determinare un blocco dei lavori, dovrebbe assicurare l’esecuzione delle opere a condizioni economiche e temporali di maggior vantaggio per le concessionarie stesse, oltre che per l’utenza e per l’interesse pubblico in generale”.

“In ordine ai bandi di gara - prosegue la nota -, va precisato che Anas è tenuta soltanto all’approvazione degli schemi inoltrati dalle società concessionarie. Peraltro il ricorso all’istituto del silenzio assenso (art. 20 della legge 7 agosto 1990, n. 241), decorsi 30 giorni dalla trasmissione, preclude una indeterminata dilazione nei tempi. La nomina delle Commissioni di gara risulta invece di competenza ministeriale”.

Il Presidente di Anas Ciucci plaude anche alla parte della nuova normativa relativa alla variazione delle tariffe: “Grazie alla riforma, la variazione tariffaria annua, determinata sulla base di parametri oggettivi e misurabili, è strettamente dipendente dagli investimenti effettivamente sostenuti dalle società ed è in grado di assicurare una remunerazione del capitale commisurata al grado di rischio sostenuto. Peraltro il meccanismo introdotto, pur salvaguardando le legittime attese del concessionario, non gli consente di scaricare sull’utenza eventuali inefficienze, considerato che ai fini tariffari vengono considerati unicamente i costi inerenti il servizio, entro limiti individuati anche con confronti con operatori nazionali ed esteri efficienti e comparabili”.

Quanto alla questione dei sovrapprezzi introdotti dalla Finanziaria, Anas contesta i dati di Aiscat e spiega che l’aumento medio è stato dello 0,8 per cento, e non del 2,2 per cento, e che sulle sole autostrade siciliane, per le quali in passato non era previsto il sovrapprezzo, l’aumento è stato del 2 per cento, e non del 15-20 per cento.

Roma, 8 febbraio 2007