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Anas: “Abbiamo sempre rispettato le leggi”

Anas: “Abbiamo sempre rispettato le leggi”

Mai contrattualizzato o appaltato lavori senza la relativa copertura finanziaria.
Le criticità di cassa derivano dalla mancata erogazione da parte del Tesoro
dei fondi stanziati

L’Anas comunica che in questi anni il Consiglio di Amministrazione ha governato le attività inerenti la gestione della rete, gli appalti, le costruzioni, e le manutenzioni straordinarie e ordinarie, sempre nel pieno rispetto delle leggi e nella più totale trasparenza.

Per quanto riguarda la delibera del Consiglio di Amministrazione di dare mandato al Presidente Vincenzo Pozzi di avviare le procedure propedeutiche all’eventuale sospensione dei cantieri, l’Anas precisa nuovamente che già a partire dal gennaio 2005 ha ripetutamente segnalato al Governo e al Parlamento i mancati trasferimenti di cassa da parte del Tesoro, e che sia prima, sia durante, sia dopo l’iter di approvazione della legge finanziaria 2006, ha evidenziato la necessità di innalzare di almeno 1,1 miliardi di euro il tetto di spesa per gli investimenti e contestualmente di provvedere alle erogazioni di cassa, per far fronte al pagamento degli stati di avanzamento lavori che sarebbero maturati nel corso del 2006.

Per quanto riguarda invece la situazione dei conti, l’Anas precisa che, anche in relazione alle recenti disposizioni della Legge Finanziaria 2006, ha effettuato un approfondito riesame delle risorse finanziarie effettivamente disponibili a copertura degli investimenti ancora da attivare in adempimento sia del Contratto di Programma 2003-2005 sia di ulteriori disposizioni di legge.
Da tale analisi, è emerso che alla data del 31 dicembre 2005, a fronte di disponibilità finanziarie di 15,5 miliardi di euro, risultano impegni da parte dell’Anas per un importo complessivo di 14,8 miliardi di euro, così composti: 10,6 miliardi di euro per impegni già contrattualizzati verso terzi; 3,3 miliardi di euro per impegni vincolati comunque da attivare; 0,9 miliardi di euro per stima del contenzioso pendente sui lavori in corso. Residuano, pertanto, disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di 0,8 miliardi di euro.

Alla luce di questi dati, è evidente, quindi, che non risultano veritiere le informazioni in ordine alla contrattualizzazione di impegni “per 19 miliardi contro un totale di fondi a disposizione pari a 15,5 miliardi”. L’Anas non ha né contrattualizzato né appaltato alcun lavoro che non avesse la relativa copertura finanziaria.

Si sottolinea peraltro che i bilanci Anas sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione e vengono controllati in modo analitico dalla Corte dei Conti e da molti altri organismi dello Stato, oltre che dal collegio dei sindaci, e sono certificati da primarie società indipendenti di revisione. Tutte le attività contabili dell’Anas sono state puntualmente comunicate all’Azionista (il Ministero dell’Economia), al quale il Presidente e il Consiglio di Amministrazione hanno riferito costantemente anche in ordine alle criticità di cassa, in atti pubblici e in comunicazioni scritte e verbali.

La realtà è che l’attuale criticità di cassa è la conseguenza degli enormi crediti vantati dall’Anas nei confronti del Tesoro, pari a 7,548 miliardi di euro, che non sono stati mai erogati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tali crediti consistono in gran parte in 6,437 miliardi di euro di residui passivi di precedenti esercizi di bilancio, riconosciuti all’Anas dalla legge n. 178 dell’8 agosto 2002, art. 7, comma 1, e dal Decreto Ministeriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 73580 del 5 agosto 2003 (il totale dei residui passivi riconosciuto dal Tesoro ammontava a 9,668 miliardi di euro, di cui soltanto 3,231 versati nelle casse dell’Anas).
I restanti crediti dell’Anas si riferiscono agli stanziamenti ancora non erogati relativi alle leggi finanziarie 2004, 2005 e 2006, pari globalmente a 1,110 miliardi di euro.

Il Presidente Pozzi si è rammaricato che nonostante le sue dichiarazioni scritte al Ministro delle Infrastrutture Di Pietro di rimettere il suo mandato al Governo, non sia stato minimamente ascoltato in merito alle cosiddette criticità esposte alle Camere, che avrebbe potuto chiarire in maniera ampia ed esaustiva.

Il Presidente Pozzi ha attentamente valutato se le sue immediate dimissioni non possano comportare un danno per lo Stato in riferimento ai tempi molto stretti relativi alla fusione Autostrade-Abertis, con l’obiettivo di evitare che, dimettendosi, impedisca quelle azioni a tutela dell’interesse pubblico che il Governo considera giustamente necessarie.

Roma, 27 giugno 2006